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AZIONI C - Azioni concrete di conservazione


C1 Conversione di un impianto di acquacoltura tradizionale ad impianto di gestione di riproduttori nativi destinati a programmi di ripristino

In seguiti a studi recenti studi sono stati sviluppati nuovi protocolli per la gestione degli impianti di acquacoltura coinvolti in programmi di conservazione. Oltre all'applicazione di tali protocolli, sono stati previsti lavori di adeguamento dell'impianto da un punto di vista tecnico strutturale, in particolare:
i) opere strutturali;
ii) aumento del numero di serbatoi destinati allo sviluppo degli stadi giovanili;
iii) aumento della loro complessità strutturale;
iii) implemento delle attrezzature per l'allevamento di prede vive;
iv) introduzione di alimentatori subacquei;
v) utilizzo di materiale di vario genere per costruire le coperture;
vi) sviluppo di un sistema per il monitoraggio continuo della temperatura e dell’ossigeno.

Oggi l’impianto è dotato di 14 vasche esterne interrate rivestite in cemento armato, profonde mediamente 1,20 m, 9 vasche nursery per l’accrescimento delle trote dopo il riassorbimento del sacco vitellino, un edificio adibito ad incubatoio con 12 truogoli, altri uffici adibiti alle attività di sensibilizzazione e di educazione ambientale.
Il Centro, di proprietà della Provincia di Pesaro e Urbino dal 1996, ha quindi rivestito un ruolo fondamentale all’interno del progetto perché fulcro delle attività di riproduzione delle trote mediterranee: attualmente, infatti, ospita circa 500 riproduttori provenienti dai principali bacini idrografici dell’Appennino marchigiano.

C2. Raccolta e selezione di trote giovanili geneticamente pure per il ripopolamento

Grazie a questa azione è stato possibile campionare complessivamente 645 trote selvatiche, che sono state fotografate, marcate con elastomeri di differente colore secondo il bacino di provenienza (Nera Tenna, Chienti e Potenza) e munite di un microchip con un codice individuale.
Ogni esemplare è stato sottoposto al prelievo di un frammento di pinna adiposa per le analisi genetiche. Completati questi rilievi, gli esemplari sono stati stabulati in una vasca da 500 litri munita di ossigenatore e trasferiti presso il Centro ittiogenico di Cantiano. In seguito, dal frammento di tessuto prelevato è stato estratto il DNA e la successiva analisi del locus LDH-C1, del marcatore mitocondriale (D-loop) e di 10 microsatelliti, ha permesso di ottenere il profilo genetico di ciascun individuo. L’analisi comparativa dei risultati ottenuti a livello dei marcatori nucleari e mitocondriali e l’elaborazione del coefficiente di appartenenza (q di STRUCTURE, Pritchard, 2000, Genetics, 155: 945-959), hanno consentito di selezionare gli individui mediterranei puri utilizzati per la riproduzione artificiale (“spremitura”).
La produzione di uova al primo anno è stata di circa 3.500 uova fecondate, di circa 9.000 al secondo anno, di 20.000 al terzo e, al 31/01/2018 (termine del Progetto) sono state prodotte circa 71.000 uova fecondate.
Inoltre, al 31/01/2018, sono presenti in allevamento 388 esemplari F1 maturi o in via di maturazione e 121 riproduttori selvatici (P0).

C3 Rimozione delle trote atlantiche tramite elettropesca

Grazie ai risultati di precedenti studi genetici condotti nell'area del progetto, oltre a quelli ottenuti nelle azioni preparatorie A2 e A3, sono stati selezionati alcuni tratti di fiumi in cui effettuare la rimozione di trote alloctone con la tecnica dell’elettropesca. La selezione dei siti è stata quindi svolta sulla base della comparazione dei dati ambientali, demografici e genetici raccolti ed elaborati durante le azioni preparatorie A2 e A3, ed è stata condivisa nell'ambito del Comitato tecnico scientifico. Le caratteristiche necessarie di cui si è tenuto conto nella selezione dei siti idonei per lo svolgimento dell’azione sono state: la presenza nel corso d’acqua di popolazioni vitali con un alto grado di introgressione (frequenza dell'allele LDH *90 > 70%), la presenza di condizioni ambientali favorevoli per l’insediamento della trota mediterranea e la presenza di briglie, sbarramenti e/o salti naturali o artificiali che rendessero isolati i tratti fluviali.
Sulla base delle caratteristiche sopraelencate si è arrivati all’individuazione dei 6 siti dove procedere con l’eradicazione della popolazione presente.

Gli interventi sono stati svolti su tutta la lunghezza dei tratti fluviali individuati, da più squadre (in genere 3 o 4 squadre), ciascuna composta da tre/quattro persone e mediante l’utilizzo di un elettrostorditore per ogni squadra, in contemporanea, compiendo due rimozioni (cioè due passaggi lungo il tratto fluviale) successive. I pesci catturati sono stati trasferiti in due laghetti presenti sul territorio delle due provincie interessate dall’eradicazione, nello specifico: il "Parco fluviale" di Montecosaro in provincia di Macerata e "Laghetto di Ripacavagna" nella frazione di Mercatale, Comune di Sassocorvaro in provincia di Pesaro-Urbino (PU). In ogni intervento, inoltre, si è provveduto a rilevare i parametri morfometrici (lunghezza, peso e prelievo delle scaglie per la determinazione dell’età) di un subcampione dei pesci catturati, allo scopo di effettuare una stima dell’abbondanza della popolazione presente per monitorare l’efficacia dell’azione di eradicazione.

C4 Ripopolamento con esemplari di Salmo macrostigma di diverse taglie

Nell'ambito di quest’azione, sono state adottate diverse strategie di reintroduzione e rafforzamento della specie:

  1. reintroduzione di prole prodotta in cattività da riproduttori prelevati dalle popolazioni locali di trota macrostigma, in tratti fluviali in cui le trote aliene sono già state rimosse (Azione C3);
  2. allevamento di supporto alla popolazione introgressa, con prole prodotta in cattività dalle popolazioni locali di trota macrostigma identificate nell’azione A2.

Inoltre, la densità è stata valutata grazie alle caratteristiche demografiche delle popolazioni native (vedi l'azione A2).

Nel corso del progetto sono stati rilasciati 8.750 individui (trote di 2-3 cm e uova embrionate) nei quattro siti di supportive breeding e 12.650 individui (trote di 2-3 cm e uova embrionate) nei sei siti in cui è stata effettuata la rimozione delle trote aliene tramite elettro-pesca.

C5 Analisi dei flussi fluviali estivi

In quest' azione è stata effettuata la valutazione delle portate estive dei corsi d’acqua coinvolti nelle azioni di reintroduzione e supportive breeding, in quanto la riduzione del flusso avrebbe potuto comportare una seria minaccia per le popolazioni di trote visto che i fiumi appenninici sono caratterizzati da portate molto variabili durante l'anno e prelievi d’acqua eccessivi possono rendere inefficaci gli sforzi di ripopolamento.
Nell’estate-autunno 2017 è stato completato il triennio di monitoraggio delle portate dei corsi d’acqua coinvolti nelle azioni C.3 e C.4. Le attività di questa azione di conservazione, congiuntamente a quanto osservato nell’azione preliminare di caratterizzazione ambientale A.3, hanno permesso di ottenere alcune importanti indicazioni su quelli che sono stati i trend di oscillazione dei deflussi nell’area di progetto. Il periodo estivo-autunnale 2017 si è rilevato il più critico della sequenza. Rispetto al periodo di riferimento 1981–2010 sono state osservate riduzioni nelle precipitazioni di oltre il 90% e questo ha portato alcuni corsi d’acqua in condizioni limite, a volte con assenza di scorrimento superficiale e permanenza di acqua soltanto in alcune pozze. In questi casi la quantità di habitat disponibile per la fauna ittica si riduce notevolmente e la qualità dello stesso tende a scadere a seguito dell’aumento della temperatura dell’acqua e della diminuzione dell’ossigeno disciolto in essa. In media durante la stagione estiva sono stati registrati valori di portata compresi tra 48 e 419 l/s, con il massimo a valle della diga del T. Fiastrone dove la portata è regimata in funzione delle esigenze di esercizio della centrale. Tutti i dati raccolti sono stati confrontati con quanto indicato nel Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Marche. Dei 10 tratti fluviali indagati solo il torrente Rapegna ha presentato valori di portata estivi sempre superiori alla soglia prevista per il rispetto del deflusso minimo vitale, mentre per gli altri corsi d’acqua gli scarti negativi hanno oscillato tra 3 e i 250 l/s. In un caso è stato possibile mitigare gli effetti negativi della riduzione di portate grazie alla collaborazione del Servizio Elettrico del Comune di Ussita che a seguito di un incontro presso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha garantito un maggior rilascio di acqua dalle sue centrali.

Grazie alle attività di monitoraggio, inoltre,  è stato possibile elaborare un modello per la stima dei deflussi minimi vitali secondo criteri biologici sulla base delle esigenze ecologiche della trota mediterranea in contesto appenninico. Con la conclusione dell’azione il progetto Life+ TROTA presenterà un modello di stima del deflusso minimo vitale basato sulle esigenze ecologiche della trota mediterranea, sviluppato sull’approccio dei mesohabitat, che verrà messo a disposizione delle autorità competenti per una sua verifica e per una eventuale considerazione per essere integrato all’interno degli strumenti del legislatore.

C6 Riesame e aggiornamento del quadro normativo esistente per adattarlo alla conservazione di trota macrostigma.

In ciascuna delle aree di progetto esistono norme diverse che regolano le attività di pesca sportiva e la gestione delle acque. Questa diversa gestione sussiste perché le aree interessate dal progetto sono gestite da amministrazioni diverse, dipendendo quindi da diverse norme regionali, dal Autorità di controllo dei SIC, dai regolamenti tecnici e, nell'area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dalle regole del parco stesso. Tale azione ha avuto quindi come obiettivo quello dell’elaborazione di una proposta per aggiornare i regolamenti esistenti, unificando almeno in parte le metodologie di gestione delle aree.

Nel 2015 si è deciso di operare affinché nei piani gestione o nelle misure di conservazione dei siti di interesse comunitario (SIC) fossero inserite delle azioni per la conservazione della specie trota macrostigma. La Provincia di Fermo ha provveduto ad invitare gli Enti Gestori dei SIC interessati dal progetto Life + Trota (individuati attraverso studi precedenti) e di quelli limitrofi (non inseriti nel progetto ma che potenzialmente ospitavano popolazioni di trota macrostigma) a prevedere nei Piani di gestione e/o delle misure di conservazione dei propri SIC una specifica scheda di azione di intervento a tutela della trota mediterranea (salmo macrostigma) che tenesse in considerazione delle azioni di conservazione più importanti risultanti dal progetto Life+ Trota. Nel 2016 si è conclusa questa fase con l’approvazione da parte della Regione Marche di tutti i piani di gestione o le misure di conservazione dei SIC oggetto del progetto e di quelli limitrofi che hanno comunque inteso collaborare con il partenariato.

Nel 2017, inoltre, la Regione Marche ha avviato l’iter di modifica della legge n. 11/2003 “Legge regionale per la tutela e l’incremento della fauna ittica, la salvaguardia dell’ecosistema fluviale e disciplina della pesca sportiva nelle acque interne”. La Provincia di Pesaro, in qualità di Ente capofila del Progetto, ha inviato delle proposte di modifica della legge alla Regione Marche in recepimento dei principali risultati conseguiti nei 4 anni di progetto. In coerenza con gli obiettivi dell’azione C6, è stato proposto di rendere il Centro ittiogenico di Cantiano una struttura di rilievo regionale e di istituire delle aree di protezione speciale in grado di assicurare la persistenza delle ultime popolazioni di trota mediterranea.

Al termine di questo iter e dell'intenso lavoro portato avanti dai partner del progetto, con legge regionale n. 2 del 9 febbraio 2018 la Regione Marche ha individuato il Centro ittiogenico di Cantiano come struttura regionale. L’art. 6, infatti, recita: “1. Dopo l’articolo 7 della legge regionale 3 giugno 2003, n. 11 (Norme per l'incremento e la tutela della fauna ittica e disciplina della pesca nelle acque interne) è inserito il seguente: “Art. 7 bis (Istituzione del Centro ittiogenico regionale) 1. E’istituito il Centro ittiogenico regionale con sede a Cantiano (PU). La Giunta regionale con proprio atto stabilisce i criteri relativi al funzionamento del Centro”. Nelle more dell’attuazione della legge regionale n.2/2018, la Provincia di Pesaro Urbino si è impegnata a mantenere in attività il Centro ittiogenico regionale di Cantiano e  il giorno 18 aprile 2018 si è tenuta un’apposita Conferenza dei Servizi (CdS) istruttoria con la Regione Marche per condividere le attività di conservazione relative alla tutela delle popolazioni di trota mediterranea e per la firma del documento “Relazione generale e misure minime di conservazione del Centro ittiogenico di Cantiano”.

 

Prime Hype DF 2016 EP